L’IISG cura e aggiorna il proprio patrimonio archivistico e librario, costituito dalla Biblioteca e dall’Archivio, assicurandone l’accessibilità e la consultazione a livello internazionale attraverso l’aggiornamento dell’attività d’informatizzazione e messa in rete.
1. BIBLIOTECA
Nel 2015 è inizia la grande operazione di salvataggio della Biblioteca e di catalogazione in OPAC di tutto il patrimonio.
Il fondo consta attualmente di circa 70.000 volumi, tra i quali circa 400 testate periodiche e circa 5.000 volumi antichi (pre-1830), alle quali va lentamente ad aggiungersi l’aggiornamento in forma digitale di periodici e opere.
La catalogazione in OPAC ha beneficiato di un primo intervento nel 2009-10, che ha reso disponibili in SBN 11.000 record di letteratura tedesca del Novecento, 500 record di libri antichi e tutte le oltre 400 riviste, per un totale di circa 16.000 volumi. L’operazione di inserimento riprende nel 2015: sono in corso le pratiche per l’affidamento della catalogazione a una società che assicurerà un numero di postazioni adeguato alla conclusione dell’intero progetto entro l’anno. Il termine della catalogazione è dunque previsto per i primi mesi del 2016, quando l’intera Biblioteca sarà in OPAC con i suoi 70.000 record, pienamente fruibile dal pubblico e con un servizio rinnovato e più ampio di prestito interbibliotecario.
Il progetto riguardante la Biblioteca si concentra su tre punti fondamentali:
- Messa in sicurezza del patrimonio librario
- Accessibilità del patrimonio
- Potenziamento dei servizi
Contemporaneamente al progetto di catalogazione è infatti in corso di avanzata elaborazione un progetto di spostamento del patrimonio librario dal sotterraneo climatizzato (che a distanza di 15 anni dai restauri della palazzina accusa gravi cenni di cedimento alle infiltrazioni di umidità) verso nuove sale al piano terreno. Il progetto, iniziato già nel 2014 con la sistemazione di sensori per l’umidità e saggi sulle pareti esterne e sulle intercapedini per verificare la permeabilità, ha permesso di rilevare un sensibile aumento della percentuale di umidità nell’aria del sotterraneo con grave rischio per il prezioso materiale, a causa del cedimento dei condotti di scarico del parco intorno al sotterraneo stesso.
Si è provveduto a richiedere un progetto di spostamento degli armadi compatti che contengono i 2/3 del patrimonio. Sono stati eseguiti carotaggi delle superfici per saggiare la sostenibilità ambientale ed è stato identificato lo spazio più adeguato. Il progetto prevede la sostituzione del pavimento della sala così identificata, il consolidamento del sottostante terrapieno, l’adeguamento degli spazi, lo svuotamento dei compatti, lo smontaggio, il trasporto e il rimontaggio al piano terreno, la ricollocazione del materiale librario, che nel frattempo sarà sottoposto a depolveratura, eventuale restauro e definitiva catalogazione. L’intera operazione si volgerà tra il luglio 2015 e il luglio 2016.
La Biblioteca così portata in sicurezza e catalogata sarà a disposizione degli studiosi nella sua totalità.
2. ARCHIVIO
L’Istituto Italiano di Studi Germanici ha avviato nel 2015 anche un importante intervento di valorizzazione del proprio patrimonio archivistico, che comprende attualmente, oltre al complesso documentario prodotto dall’Istituto, due fondi di notevole interesse storico acquisiti tra la fine del XX secolo e l’inizio del XXI e costituiti dagli archivi dell’associazione Centro Thomas Mann e del prof. Paolo Chiarini, direttore dell’Istituto dal 1968 al 2006.
Il fondo dell’Istituto Italiano di Studi Germanici raccoglie documentazione prodotta dall’ente dalla sua fondazione a oggi, e conserva materiali di estremo interesse per la ricostruzione della storia dell’Istituto. Particolare importanza storica riveste la parte più antica del fondo, comprendente un nucleo di circa 2000 lettere che offrono una testimonianza preziosa dei rapporti intercorsi tra il prof. Giuseppe Gabetti, primo direttore dell’Istituto, e importanti figure di intellettuali, sia italiani che di area nord europea, come Giovanni Papini, Luigi Pirandello, Luigi Einaudi, Giovanni Gentile, Guido Calogero, Vincenzo Errante, Bruno Arzeni, Martin Heidegger, Karl Löwith, Ernst Robert Curtius, Ernst Jünger, Rudolf Borchardt, Knut Hamsun, Sigrid Undset, Selma Lagerlöf.
La parte moderna del fondo si articola in due nuclei principali. Il primo è costituito da documentazione inerente la redazione della rivista “Studi Germanici”, comprendente 17 faldoni di corrispondenza (dagli anni ’80 ai primi anni del XXI secolo), verbali delle riunioni di redazione (dalla fine degli anni ’60 agli anni ’70), dattiloscritti e altri materiali relativi ai saggi pubblicati e 7 schedari contenenti schede degli autori della rivista e delle recensioni di volumi. Il secondo nucleo della parte moderna è costituito da documentazione contabile e amministrativa prodotta dall’Istituto, che si estende dalla fine degli anni ’80 fino ai nostri giorni e comprende circa 30 ml di documentazione.
L’archivio dell’Istituto conserva inoltre un importante nucleo documentario costituito dai registri di inventario dei volumi della biblioteca (8 volumi, 5 legati in pelle e tre in tela), che, estendendosi dal 1 maggio 1934 ai nostri giorni, attraversano tutta la storia dell’ente.
Il fondo Centro Thomas Mann comprende la documentazione prodotta dall’omonima associazione, fondata nel 1957 a Roma per iniziativa di un gruppo di intellettuali italiani vicini alla Repubblica Democratica Tedesca, e sotto gli auspici della Gesellschaft für kulturelle Verbindungen, con lo scopo di “promuovere tutte quelle iniziative” che avrebbero potuto “facilitare reciproci contatti tra la cultura italiana e quella tedesca”. L’attività dell’associazione, che rimase in vita un trentennio (1957-1989) e alla cui presidenza si sono avvicendati Antonio Banfi, Ranuccio Bianchi-Bandinelli, Franco Antonicelli e Stefano Rodotà, si è concentrata soprattutto nell’organizzazione di mostre, spettacoli teatrali, concerti, conferenze, presentazioni di libri e viaggi di studio finalizzati allo sviluppo degli scambi culturali tra l’Italia e la Germania Est. Il fondo è costituito da documentazione prodotta nel corso delle varie manifestazioni promosse dal Centro (corrispondenza, fotografie, manifesti, programmi e inviti degli eventi, articoli di giornale, e vari altri materiali relativi all’organizzazione delle diverse manifestazioni), corrispondenza intercorsa con altri Istituti di cultura Italiani e con la Gesellschaft für kulturelle Verbindungen, poi Liga für Völkerfreundschaft, alla quale il Centro inviava ogni anno una dettagliata relazione sulle attività svolte.
Il terzo dei fondi conservati dall’Istituto raccoglie documentazione prodotta da Paolo Chiarini (1931-2012), professore ordinario di Letteratura tedesca all’Università La Sapienza di Roma e quarto direttore dell’Istituto Italiano di Studi Germanici, in un arco cronologico che va dai primi anni ’60 alla fine degli anni ’80 del Novecento. La documentazione è costituita da quaderni di appunti, note e appunti sparsi, bozze di saggi e altri materiali preparatori per saggi e articoli, dispense universitarie, ritagli di giornale, bobine, audiocassette, riconducibili nel loro complesso a materiali di lavoro per le diverse attività svolte da Chiarini non solo come professore di Letteratura tedesca e direttore dell’Istituto, ma anche come collaboratore delle riviste “Società”, “Il Contemporaneo”, “Rinascita”, “Belfagor”, membro del comitato di iniziativa e poi del consiglio direttivo del Centro Thomas Mann, nonché collaboratore di alcune trasmissioni RAI. Il complesso documentario comprende anche un nucleo di documenti provenienti da Giuseppe Chiarini (1833-1908), nonno di Paolo, poeta e studioso di letterature straniere vicino a Giosue Carducci, professore di Letterature moderne e poi Letterature moderne comparate alla facoltà di Lettere dell’Università di Roma e direttore generale per l’Istruzione secondaria classica e tecnica. La documentazione proveniente da Giuseppe Chiarini è costituita da una “Antologia” che raccoglie note e appunti su filosofi e letterati tedeschi e corrispondenza intrattenuta con personalità della cultura dell’Ottocento come Edmondo De Amicis, Ruggiero Bonghi, Felice Cavallotti, Domenico Guerrazzi, Antonio Fogazzaro, Domenico Comparetti, Angelo De Gubernatis. Il fondo rappresenta una fonte preziosa per delineare il profilo del professor Paolo Chiarini, senza dubbio il più importante germanista dell’università di Roma nel dopoguerra, la cui attività scientifica, orientata prevalentemente verso lo studio di Lessing, Brecht e degli espressionisti tedeschi e arricchita da un profonda conoscenza della Repubblica Democratica Tedesca, ha influenzato gli interessi di ricerca di un’intera generazione di germanisti romani.
Il progetto di valorizzazione del proprio patrimonio archivistico promosso dall’Istituto Italiano di Studi Germanici prevede un intervento di schedatura analitica, riordinamento e inventariazione della documentazione che compone i quattro fondi. L’intervento, che seguirà gli standard internazionali di descrizione archivistica (ISAD (G), ISAAR (CPF) e ISDIAH) è stato affidato alla dott.ssa Alida Caramagno e sarà ultimato alla fine del 2016. Per l’inventariazione dei fondi si utilizzerà il software di descrizione archivistica Archimista, applicazione web open source per la descrizione di archivi storici. La scelta del software è stata determinata, oltre che da una valutazione positiva delle caratteristiche generali dell’applicativo, anche dalla possibilità che questo offre di collegare oggetti digitali con qualsiasi livello del complesso archivistico (fondo, serie, sottoserie, unità archivistiche, soggetti produttori e conservatori), con il fine di arricchire l’inventario di una selezione di immagini dei documenti più significativi dell’archivio. A conclusione dell’intervento di inventariazione dei quattro fondi verranno compiute le opportune operazioni per la salvaguardia e la corretta conservazione del materiale documentario che, dopo essere stato sottoposto, ove necessario, ad interventi di spolveratura e di restauro, verrà ricondizionato attraverso l’utilizzo di carta barriera e collocato in appositi contenitori a norma.
Nel corso dell’anno l’Istituto procederà inoltre all’acquisizione del fondo Alberto Spaini (1892-1975), comprendente le carte prodotte dall’intellettuale di origine triestina formatosi a Firenze nella cerchia dei vociani, primo traduttore italiano di Thomas Mann, Georg Büchner, Franz Kafka e Alfred Döblin, studioso di teatro e delle avanguardie novecentesche e giornalista. Il fondo comprende documentazione relativa all’attività giornalistica di Spaini dagli anni ’30 agli anni ’70 del Novecento, materiali relativi alla produzione letteraria, sia come autore di saggi che come traduttore, comprendenti anche alcuni scritti inediti, e un piccolo nucleo di corrispondenza personale, con la moglie Rosina Pisaneschi e con intellettuali come Thomas Mann, Franco Antonicelli, Emilio Cecchi, Giuseppe Antonio Borgese, Anton Giulio Bragaglia, Vincenzo Cardarelli, Corrado Alvaro, Carlo e Giani Stuparich, Giulio Einaudi, Giovanni Papini, Giuseppe Prezzolini, Piero Jahier. Le carte Spaini rivestono un’indubbia rilevanza documentaria, non solo al fine di delineare la figura del grande intellettuale, primo traduttore italiano professionista dal tedesco, profondo conoscitore degli scrittori d’avanguardia ed egli stesso letterato della nuova generazione appartenente alla cerchia dei vociani, ma anche per indagare le connessioni esistenti tra le traduzioni dal tedesco realizzate in ambito italiano e le scelte culturali delle nostre avanguardie letterarie.
L’acquisizione delle carte Spaini si inserisce in un preciso progetto culturale con il quale l’Istituto intende promuovere la valorizzazione e la conservazione di archivi privati di intellettuali di prima importanza nella mediazione della cultura germanica in Italia. È all’interno di questo ambizioso progetto culturale che l’Istituto ha avviato anche un censimento di fondi documentari ritenuti di notevole importanza per la germanistica in Italia, in primis i fondi archivistici dei primi tre direttori dell’ente: Giuseppe Gabetti, Bonaventura Tecchi e Rodolfo Bottacchiari. Attraverso tale ambizioso progetto culturale l’Istituto intende profilarsi come custode della memoria della germanistica italiana, promuovendo il riordinamento, l’inventariazione e la conservazione di quei fondi documentari che verranno ritenuti di particolare interesse storico-letterario per gli studiosi di germanistica in Italia. L’intervento sull’archivio dell’ente si è concentrato inizialmente, secondo quanto stabilito nel progetto di intervento, sulla ricognizione analitica dell’archivio dell’Istituto Italiano di Studi Germanici. Essendo stato segnalato alla dott.ssa Caramagno dalla direzione l’urgenza di riparare al grave ritardo dell’ente nell’attuazione della normativa in materia di gestione informatica dei documenti, e conseguentemente nell’introduzione di sistemi informativi automatizzati finalizzati alla gestione del protocollo informatico, si è concordemente ritenuto opportuno concentrare questa prima fase del lavoro sull’analisi dell’articolazione interna dell’archivio corrente e di deposito. Lo studio di questa parte della documentazione archivistica, che comprende prevalentemente documentazione contabile e amministrativa, ha rilevato come la pratica della registrazione della corrispondenza in entrata in uscita, attestata sicuramente a partire dalla fine degli anni ’80, ma di cui non è possibile accertare l’epoca di istituzione, si sia sviluppata senza l’elaborazione di un titolario di classificazione. Si conservano ancora all’interno dell’archivio dell’ente solo pochi esemplari dei registri di protocollo, essendo stata questa serie oggetto di pesanti dispersioni. Dai registri superstiti appare che nel corso degli anni le registrazioni di protocollo della corrispondenza in entrata e in uscita sono progredite in maniera disorganica, parcellizzandosi in settori tematici, quali “Amministrazione”, “Personale”, “Commissario”, “Presidente”, “Vicepresidente”, “Biblioteca” e “Scambi biblioteca”. Tali ambiti di pertinenza della documentazione si configurano come principi aggregativi creati in modo estemporaneo e rimasti in vigore per periodi di tempo circoscritti, senza pertanto corrispondere a criteri dettati da una attenta riflessione sugli ambiti di attività dell’Istituto. Inoltre, la pratica di registrazione dei documenti in entrata e in uscita non si è rivolta in modo uniforme al complesso dei documenti prodotti dall’ente, ma presenta diverse lacune, più o meno consistenti. Appare evidente come, in conseguenza di tali scelte nella tenuta e gestione dell’archivio, la documentazione prodotta dall’Istituto sia stata organizzata e conservata secondo criteri non omogenei, né rispondenti ai principi di stabilità, efficienza e trasparenza richiesti dalla legislazione in tema di Pubblica amministrazione. L’introduzione del protocollo informatico, prescrivendo una registrazione dei documenti sulla base di una gerarchia articolata in classi, sottoclassi, categorie e fascicoli, rende ormai improrogabile l’introduzione di una classificazione dei documenti prodotti dall’Istituto che si richiami a principi di aggregazione basati sulle funzioni dell’ente.
Ultimo aggiornamento 21 Giugno 2021 a cura di Redazione IISG