
Rassegna 4 ottobre 2022
4 Ottobre 2022
Convergenze e divergenze tra “regimi”. Le relazioni culturali tra Italia e Germania nel periodo interbellico
5 Ottobre 2022
Responsabile: Luca Crescenzi
Coordinamento: Angelo Bolaffi, Aldo Venturelli
Realizzazione: Michela Cilenti, Elisa D’Annibale
Indice
- Editoriale «Osservatorio sullo Stato dell’Informazione e della Comunicazione Italo-Tedesca», p. 7
- Conflitto russo-ucraino (stampa tedesca), p. 11
- Conflitto russo-ucraino (stampa italiana), p. 15
- Sanzioni (stampa tedesca), p. 23
- Sanzioni (stampa italiana), p. 27
- Politica interna italiana (stampa tedesca), p. 35
- Politica interna tedesca (stampa italiana), p. 39
- Elezioni politiche italiane (stampa tedesca). p. 45
EDITORIALE
OSSERVATORIO SULLO STATO DELL’INFORMAZIONE E DELLA COMUNICAZIONE ITALO-TEDESCA
Questo numero dell’Osservatorio SICIT esce con ritardo in conseguenza degli avvenimenti che hanno condotto alla crisi del governo Draghi e alle elezioni del 25 settembre. Si è preferito dunque attendere quest’ultimo atto al fine di monitorare con la massima tempestività le reazioni generate dai suoi esiti sulla stampa tedesca. Uno sguardo complessivo sugli sviluppi della situazione italiana fra l’inizio e la fine dell’estate dà un’idea del cambiamento – talvolta definito, con qualche enfasi, epocale – che si è prodotto all’interno della scena politica nel giro di pochissimi mesi. La rassicurante autorevolezza dell’esecutivo tecnico guidato da Mario Draghi, la cui fragilità era stata tuttavia già messa in evidenza da molti osservatori anche in Germania, ha ceduto il passo a una breve e intensa campagna elettorale e a un voto che ha premiato il principale partito della destra italiana. Questo rapido succedersi di eventi ha rinnovato i dubbi sull’affidabilità politica dell’Italia, in un contesto dominato dalle conseguenze della guerra in Ucraina, dalla crisi del gas, dall’aumento drammatico dell’inflazione nei Paesi dell’area occidentale e, ancora, dagli strascichi – per fortuna ridotti – dell’emergenza pandemica. Sul fronte opposto, le persistenti esitazioni dell’esecutivo guidato da Olaf Scholz soprattutto in relazione al sostegno militare all’Ucraina nella guerra di opposizione all’invasione russa ha suggerito alla stampa italiana una visione singolarmente “debole” della politica tedesca: troppo esposta ai rischi derivanti dalla possibile cessazione delle forniture russe e perciò incerta sulle misure di contrasto da adottare anche in sede europea.
Lo sguardo complessivo offerto da questo numero dell’Osservatorio sull’evoluzione della situazione politica in Italia e in Germania e sulle reazioni che essa ha suscitato nella stampa dei due Paesi offre un’immagine straordinariamente efficace dei mutevoli stati d’animo che cambiamenti di scena significativi, ma ragionevoli e perfino prevedibili, inducono nella percezione dello stato delle cose nei due Paesi. Se prima dell’estate l’inedita ammissione dell’Italia al tavolo di consultazione franco-tedesco aveva suggerito agli osservatori l’impressione di un passo deciso in direzione di una piena assunzione di responsabilità dell’Italia nell’ambito della politica europea, la crisi del governo Draghi e l’esito del voto hanno cancellato in modo quasi fulmineo quell’impressione. E per converso, la non meno sconcertante sensazione che l’Italia avesse acquisito un ruolo persino più incisivo della Germania nel determinare le scelte di campo dei partner europei nella guerra e nella risposta alla crisi energetica e all’inflazione ha presto lasciato il posto, sulla stampa italiana, a un ritorno del ricorso alla Germania come termine di paragone esemplare delle debolezze del nostro sistema. Solo per fare un esempio, immediatamente dopo le elezioni, e in risposta alle voci che attribuivano alla parte vincitrice il proposito di avviare un iter di modifica della Costituzione in senso presidenzialista, sono fioccati i riferimenti ai ritocchi positivamente apportati dalla Germania, nel corso del tempo, alla sua legge fondamentale. Almeno per una parte degli osservatori italiani, la Germania è tornata a rappresentare un esempio e un punto di riferimento.
Queste oscillazioni dell’informazione suggeriscono che la rappresentazione dell’Italia e della Germania presso le opinioni pubbliche dei due Paesi sia persistentemente condizionata dalle suggestioni del momento, si fondi su una visione congiunturale e di corto respiro, che impedisce di considerare a dovere le tendenze di medio e lungo periodo e, ancor più, gli assetti lentamente costituitisi nei due Paesi, i quali determinano, assai più dei sommovimenti occasionali, le fisionomie dei due Stati. Sembra insomma necessario – sempre che si voglia seriamente affrontare la pratica del rapporto che unisce e distingue l’Italia e la Germania e, più in generale, il Sud e il Nord dell’Europa – affiancare, per quanto possibile, alla cronaca degli avvenimenti che si susseguono nella vita delle due nazioni una più approfondita informazione sulle solide, benché diverse, strutture istituzionali che quegli avvenimenti prevedono e, al tempo stesso, contengono nella loro dimensione circostanziale, per non dire della dimensione europea in cui si inseriscono.
Luca Crescenzi
Ultimo aggiornamento 29 Marzo 2023 a cura di Ilaria Baldini